Un progetto dedicato alla partecipazione delle bambine e dei bambini rispetto ai possibili mutamenti da apportarsi alla città allo scopo di renderla più vivibile e sostenibile, non poteva trascurare di mettere in evidenza i diritti per l’infanzia e l’adolescenza, alla luce della promulgazione della Convenzione ONU del 1989.

Affrontare un tema come questo non è impresa semplice: il rischio è spesso quello di utilizzare un linguaggio adulto che annoia e non consente un reale interessamento da parte dei ragazzi oppure, al contrario, di cadere in riduzionismi e semplificazioni eccessive.

Per evitare questi limiti, la scelta compiuta dal progetto promotore a partire dal 2005, è stata quella di puntare su percorsi molto concreti e riconoscibili dai bambini, all’interno dei quali sviluppare riflessioni critiche, lasciando spazio a scoperte inattese.

La cornice di questi percorsi si è delineata attraverso la metafora del viaggio, viaggio inteso come un’opportunità di esplorazione graduale della realtà costituita a sua volta da più mondi e culture. Non si può infatti parlare di diritti lasciando fuori dalla porta il mondo e, a dire il vero, una grande aspettativa legata a questa iniziativa, è proprio quella di privilegiare degli incontri più ravvicinati e valorizzanti con i compagni provenienti da altri paesi e per questo portatori di culture altre tra loro diverse.

Un viaggio, quindi, ricco di scoperte e possibilità conoscitive: dalla osservazione delle tappe faticose e difficili che hanno portato alla nascita della carta dei diritti promulgata dall'ONU, all’analisi delle difficoltà che perdurano nella mancata adesione al documento da parte di tanti paesi; dalle incongruenze dei paesi che hanno sottoscritto il testo, all’identificazione di soluzioni per far rispettare gli accordi promulgati; dal concetto di diritto in senso allargato a quello di diritto ascoltato o negato; dai diritti dei bambini italiani a quelli dei bambini di altri paesi.
Il testo della convenzione, decisamente molto complesso e scritto per gli adulti, è presentato ai bambini in parole semplici. La sua traduzione facilitata avviene tramite ingrandimenti di fogli con su scritte specifiche parole chiave insieme alla compagnia costante di un affascinante planisfero.

Durante questo viaggio, i bambini hanno la possibilità di commentare e riscrivere una carta dei diritti tutta loro, utilizzando linguaggi e strumenti particolarmente indicati per riuscirvi: il disegno, le narrazioni, la costruzione di giocattoli a partire dai materiali di recupero, la visione di fotografie e immagini.

La finalità principale che l’iniziativa intende perseguire è senz’altro quella di partire dall’assunto "naturale" di essere tutti quanti "ospiti" su questa terra, per arrivare poi a considerare la preziosità degli infiniti immaginari esistenti, ma soprattutto di indagare sui pregiudizi, di dare un nome corretto ai sentimenti e alle emozioni provate.

In questo modo, forse, adulti e bambini potranno capire meglio perché c'è bisogno di una carta dei diritti e quanto gli stessi bambini possano contribuire direttamente e attivamente alla realizzazione di ciò che i "grandi" hanno scritto per loro.

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